Languedoc


È la regione viticola (l’intero comparto si chiama Languedoc-Roussillon) con la più vasta estensione di vigneti al mondo, eppure risulta ancora essere spesso marginale e poco considerata per un recente passato fatto di anonime produzioni di vin ordinaire, ottenuto da vigne esaurite da coltivazioni intense.
Ci troviamo in quell’arco di terra che incontra il mare tra le città di Nimes, Montpellier e Pérpignan, di fianco ai Pirenei Orientali. Mare, vento, sole e terra fino a perdita d’occhio, luoghi di suggestione tanto che la produzione di vino qui è attestata dall’epoca della colonizzazione Romana.
Come dicevamo, fino a un decennio fa la regione si distingueva per una massiva produzione seriale; solo a partire dagli inizi del 2000, non solo grazie a qualche produttore illuminato ma anche con aiuti istituzionali da parte dello stato francese e dell’Unione Europea, si è tentato di colmare una enorme lacuna giuridica visto che i vigneti Languedoc non sono qualificati per l’ AC.
Sussiste ancora oggi, per la stragrande maggioranza di agricoltori, l’abitudine di appoggiarsi alle cantine sociali (ve ne sono, ancora oggi, oltre 200), fatto questo che non stimola certo produzioni di qualità e una conseguente richiesta da parte del mercato.
I portabandiera di una viticultura di qualità, originale e significativa, come cartina di tornasole di un territorio tanto bello quanto climaticamente ricco, sono ancora pochi, ma stanno crescendo, in uno con l’interesse che lentamente si sta svelando, anche grazie all’esempio di quell’Aimé Guibert di Mas de Daumas Gassac cha ha saputo farsi conoscere anche fuori dai confini regionali.

La strada è tracciata: oggi tocca ai vari Goumard, Chabanon e Peyrus procedere a passo spedito su quella strada. Buon viaggio!

per gentile concessione di Maurizio Cavalli